La memoria di Goran Kuzminac
Ho "solo " cinquanta anni. Non sono nato a Tione, ma vi ho passato
i più bei anni della mia giovinezza. Avevo cinque anni
quando sono arrivato con mio padre e mia madre dalla Jugoslavia.
Non sapevo parlare l'italiano, ma come tutti i bambini ho imparato
molto in fretta. Ho ancora un ricordo vivissimo del grande piazzale
di fronte alla chiesa dove stavo giocando con i miei nuovi amici.
Sicuramente stavo imparando la lingua perché qualcuno disse:
" patata " e io scoppiai a ridere perché la parola mi
sembrava molto comica. Le elementari con la maestra Marchiori, che
è stata la maestra della nostra generazione, sono passate in
un baleno. Mio padre gestiva la vecchia fabbrica di spazzole " Rosa
" (razionale opificio spazzole ed affini). I primi anni li ho
passati nella casa Covi, che oggi è la biblioteca comunale,
poi ci siamo trasferiti nella casa vicino alla fabbrica. Di fronte,
non avevano ancora costruito la stazione degli autobus, c'era il
foro boario e li' si fermavano le giostre. Poca voglia di studiare,
e tanto spazio per giocare. Il Sarca era non solo un fiume, ma le
mie vacanze. Ho sofferto molto per la cementificazione degli
argini. Quando è sparito il: "Bojon de San Vigili", in nome
di qualche "piano regionale per il deflusso delle acque" avrei
voluto piangere. Quella era la spiaggia più assolata di
tutte, il posto dove avevo imparato a nuotare e pescare. I ricordi
più incredibili mi tornano alla mente. Sisto Salvaterra che
portava l'olio di oliva per abbronzarsi e dopo un po' puzzavamo
come delle scaloppine impanate... Roberto Gottardi che quando
pescava qualche trota sotto misura, la stirava che pareva un'
anguilla, pur di superare i venti centimetri... un altro amico che
mi aveva insegnato ad acchiappare i tafani, e dopo avergli infilato
una pagliuzza nel didietro, diventavano dei missili volanti. Poi
era ovvio, che la maestra Marchiori dicesse ai miei genitori la
classica frase: " il bambino è intelligente ma non si
impegna ". Ho imparato a sciare a Bolbeno, quando ancora esisteva
il primo "Skilift" costruito con una fune d'acciaio, alla quale
bisognava attaccarsi al volo con dei ganci che sembravano appendini
per abiti. Ho imparato, si fa per dire, visto che Alberto Cazzolli,
che all'inizio come me non stava nemmeno in piedi, poi e' arrivato
in "Nazionale". Le passeggiate a Zeller in cerca di funghi con
Fabrizio Salvaterra. Non ne vedevo mai nemmeno uno. Passavo davanti
a brise da cinque chili senza accorgermene. Fabrizio tornava a casa
con la cesta piena, ed io con quattro finferli smangiucchiati dai
vermi. Ricordo anche il mio migliore amico Vincenzo Zubani, col
quale andavo dal " ferri vecchi " che stava vicino a casa sua.
Compravamo per poche lire, elmetti tedeschi, maschere antigas,
baionette e munizioni della prima e seconda guerra mondiale... che
a pensarci adesso, mi viene male. Può darsi che sia solo il
ricordo dell'infanzia, ma ero felice. La vita poi mi ha catturato
come fa sempre con tutti. Qualche anno di collegio in Austria, il
liceo a Trento e poi l'università. Ho scelto di fare il
musicista, e ne sono contento perché mi permette di rimanere
in qualche modo ancora un bambino. Tione comunque rimane il mio
paese, per quante città io possa girare o conoscere. Gli
amici che avevo a Tione, rimarranno per sempre i miei primi amici,
per quanta gente io possa incontrare e conoscere. La
serenità che ho vissuto in questo paese rimarrà la
più pura perché appartiene all'età
dell'innocenza.